giovedì 31 luglio 2008
Buone Vacanze
io sono ancora a zero e domani mattina alle 4 sono in partenza, apro questo post per salutarvi e augurarvi buone vacanze.
Lascio un saluto particolare a Vincenzo( porta i miei saluti ad Antonella), visto che non ci siamo bevuti manco un caffè quando è pasasto in ufficio.
A settembre si riparte....RILASSATEVI!!!!
P.S Benedetto.....VASIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!
Con Mario ci siamo salutati dal vivo, guagliò non ti dimenticare di farmi la ricarica che devo telefonare tutti i giorni altrimenti chi se spassa i miei!!!!
Ciao
Paolo
Lacio Drom
domenica 27 luglio 2008
Perchè navighiamo controvento?
Cmq la ragione è molto semplice e per capirla dobbiamo rifarci alla dinamica del volo.
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venerdì 18 luglio 2008
Kitesurfing
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Le condizioni di vento ideali per praticare il kitesurf sono comprese tra i 12 e i 30 Kts (nodi), ed a differenza del windsurf si può normalmente praticare anche con venti deboli. Ovviamente in tali condizioni si useranno aquiloni di dimensioni maggiori. Con le condizioni ideali è possibile praticare lo sport in maniera sicura, planando semplicemente (freeriding), compiendo svariate evoluzioni o tricks (frestyle). E' possible usare il kite sia sulle onde (wavestyle) che su acqua piatta (wakestyle).
Una delle caratteristica principali che ha contribuito alla continua crescità di popolarità di questo sport è senz'altro la velocità con cui si può imparare a planare e in seguito a compiere evoluzioni. Un corso ben sviluppato e della durata di circa 20 ore, può fornire le basi per un inizio di pratica sicura ed autonoma. Per prevenire pericoli, seguire un corso è assolutamente consigliato. Il kitesurf infatti è considerato uno sport estremo e nonostante le moderni apparecchiature abbiano esteso la sicurezza le insidie non solo per chi lo pratica sono decisamente tante.
Per chi vuole iniziare a praticare questo sport, questo è l'elenco delle attrezzature che dovrebbe procurarsi:
- aquilone completo di barra e linee;
- tavola da kitesurf;
- trapezio;
- attrezzatura di sicurezza (giubbotto protettivo o galleggiante, casco, coltellino per tagliare le linee).
Vettori e Vento apparente
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I vettori delle velocità che concorrono al vento apparente sono rappresentati nel disegno, dal quale si può dedurre che il vento apparente coincide con il vento reale solo quando l'imbarcazione è ferma rispetto al fondo marino, mentre all'aumentare della velocità dell'imbarcazione il vento apparente si discosta sempre più dal vento reale per avvicinarsi al vento di avanzamento.
Poiché è il vento apparente ad incidere sulla velatura ne consegue che la navigazione con vento in poppa è sempre la meno efficace, poiché all'aumentare della velocità dell'imbarcazione corrisponde una proporzionale diminuzione dell'intensità del vento che agisce sulle vele. Infatti su di un qualsiasi mezzo che si muovesse ad una velocità equivalente a quella del vento reale e nella stessa esatta direzione, la percezione di vento apparente sarebbe nulla.
Per il motivo sopra enunciato una imbarcazione a vela in procinto di raggiungere un punto (boa) posto nella direzione del vento avrà maggiore velocità di avvicinamento all'oggetto non percorrendo la rotta più breve e con vento in poppa, bensì bordeggiando in modo tale da mantenere un angolo con la direzione del vento apparente più favorevole alla efficacia della velatura. È questo il tipo di navigazione che cerca una imbarcazione in regata, in un percorso a bastone e al momento di affrontare il lato di poppa.
Alcune imbarcazioni a vela, in particolare multiscafi o tavole a vela, generando con l'avanzamento un notevole vento apparente, possono navigare a velocità superiori al vento reale presente in quel momento. In genere questo avviene in navigazioni con vento al traverso della rotta seguita dall'imbarcazione. Allo stesso modo si comportano alcuni mezzi di terra a propulsione velica e dotati in genere di una assai minore resistenza all'avanzamento.
Tavola a vela
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La tavola a vela è anche una specialità olimpica. Il windsurf è la massima sintesi di una barca. Si può considerare un incrocio fra una barca e un aliante, infatti un windsurf che scivola su una superficie d'acqua è un mezzo che sta volando proprio nel punto d'incontro fra due elementi a densità diversa. La vela/ala è portata dall'aria, la deriva dall'acqua.
Manovre
Le manovre principali sono:
- la virata e la strambata, manovre che, nella forma basilare, permettono il cambiamento delle mura tramite il passaggio della vela rispettivamente sulla poppa o sulla prua della tavola.
- le partenze che possono avvenire salendo prima sulla tavola e recuperando la vela con l'apposita cima di recupero, o sfruttando il vento per mantenere la vela in posizione di navigazione salendo successivamente sulla tavola, sia in acqua bassa (partenza dalla spiaggia) che in mare aperto (partenza dall'acqua).
Per condurre una tavola a vela, non essendoci il timone, bisogna agire sull'inclinazione dell'albero. Per orzare(portare la prua al vento in modo da raggiungere andature che stringono il vento o di bolina) si deve portare più verso poppa il centro velico e quindi inclinare l'albero verso poppa.
Per poggiare(azione inversa e cioè portarsi con la poppa a vento) si inclina l'albero in avanti.
Queste indicazioni sono valide per la navigazione in dislocamento. All'aumentare della velocità, proporzionalmente al tipo di tavola utilizzata (esistono tavole che raggiungono l'equilibrio idrodinamico prima o dopo parlando di velocità) ed alla calibratura della pressione sulla tavola stessa, si raggiunge la condizione di planata durante la quale i cambiamenti di direzione vengono ottenuti inclinando la tavola con i piedi che al momento della planata sono infilati in apposite streps a poppa della tavola, mentre la vela viene mantenuta in una posizione fissa piuttosto arretrata sulla tavola, ottimale per la disposizione dei pesi e per l'efficienza aerodinamica di tutto l'insieme. La planata permette alla tavola di raggiungere velocità tal volta molto rilevanti se si tiene conto che si parla di velocità su acqua.
Tipi di tavola e specialità
Una prima classificazione delle tavole da windsurf può essere effettuata in base al volume, direttamente collegato, tramite la legge di Archimede, al peso massimo che la tavola può sostenere al galleggiamento. Chiaramente, più piccola è la tavola minore sarà il volume.
Una tavola con un maggior volume consente di raggiungere la planata anche con venti più leggeri.
Ci sono poi altre discipline che si possono praticare con il windsurf:
- Il Freestyle: spettacolari evoluzioni con mare calmo o quasi, molto complesse e spettacolari.
- Il Wave: l'atleta mescola i due sport surf e windsurf saltando e surfando onde e frangenti. Questa specialità è forse la più spettacolare poiché permette al surfer di effettuare salti considerevoli e di chiudere evoluzioni (trick) totalmente fuori dall'acqua.
- La Gara: la classica competizione dove si deve arrivare prima degli avversari alla fine del percorso.
- Il Supercross: competizione di ultima generazione dove, come per il race, vince chi arriva per primo alla fine del percorso ma, fra un giro di boa e l'altro bisogna completare delle manovre Freestyle.
- La Velocità: surfisti con doti fisiche imponenti si sfidano a chi percorre più velocemente un tratto d'acqua piattissima. Le velocità si aggirano intorno ai 45 nodi. Il record mondiale di velocità di una imbarcazione a vela appartiene proprio al windsurf con una velocità di 48.7 nodi.
Storia
Il windsurf nacque da un'idea di James R. Drake nel 1967, il quale, sull'autostrada di San Bernardino, nei dintorni di Los Angeles, pensò di poter continuare a fare surf anche senza le onde, utilizzando una vela collegata alla tavola da onda, già allora molto utilizzata. Drake pensò di unire un boma a wishbonecon un giunto cardanico per governare in piedi una tavola a vela. I materiali utilizzati furono dapprima il legno, la stoffa nautica (la stessa usata per le barche a vela) e alcune corde per imbarcazioni.
Regate d'altura
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Ovviamente tali regate possono avere durate che vanno da alcune ore fino a mesi e, addirittura, anni.
Le "regate d'altura" possono essere di diversa tipologia in base a vari aspetti:
- con scalo o senza scalo - se prevedono delle tappe o se l'intero percorso deve essere completato dai concorrenti senza fare soste per rifornimenti
- solitarie, a coppie o in team - a seconda se prevedono che a bordo dell'imbarcazione ci sia un solo concorrente, o che ci siano due soli concorrenti, o infine se non c'è limitazione al numero dei concorrenti.
Match race
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Una sottocategoria è rappresentata dai Match Race. In tali regate solo due sfidanti si confrontano in una competizione che assume tutti i toni e le caratteristiche di un vero e proprio duello.
Parlare di "sottocategoria" per una tipologia di regata che identifica la più antica competizione velica internazionale, la Coppa America, può sembrare paradossale. Tuttavia va sottolineato che il Match Race moderno condivide solo alcune delle caratteristiche della Coppa America, ma è anche contraddistinto da notevoli differenze.
La principale deriva senz'altro dal fatto che il Match Race prevede l'uso di due imbarcazioni assolutamente identiche (definite dal concetto di One Design) che oltretutto vengono scambiate dai concorrenti fra una prova e l'altra della competizione (che solitamente si svolge su un arco di diverse prove, dette "Round robin").
Tali imbarcazioni sono messe a disposizione dal Comitato Organizzatore e lasciate provare ai concorrenti per un periodo prestabilito ed uguale per tutti i concorrenti.
La partecipazione ai Match Race avviene in genere su invito, sulla base delle Ranking List redatte dalla FIV o dall'ISAF in base ai risultati delle competizioni precedenti, moltiplicati per indici di difficoltà definiti sulla base dell'importanza della competizione e del livello degli altri concorrenti.
Regate costiere
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Rientrano nella categoria delle "regate costiere" tutte le regate, generalmente della durata di poche ore, che si svolgono lungo percorsi disposti nel "campo di regata" dal Comitato di Regata facendo uso di boe di segnalazione che le imbarcazioni concorrenti devono aggirare per completare il percorso. A dispetto del nome, le "regate costiere" si possono svolgere sia in mare che nei laghi o in ampi corsi d'acqua dolce.
I percorsi, stabiliti dal Regolamento di Regata, vengono di volta in volta orientati dal Comitato di Regata in modo tale che almeno uno dei lati si svolga controvento, al fine di esaltare le capacità velistiche dei concorrenti. Nel caso in cui la direzione del vento cambi durante la competizione, il Comitato di Regata può decidere che il cambiamento era prevedibile, e che abbia favorito i concorrenti che hanno saputo prevederlo adottando una tattica di regata conseguente. In tal caso può decidere di lasciare le boe e il percorso così come sono, oppure di riorientare il campo segnalando ai partecipanti il cambiamento. Questa seconda opzione è quella in genere più adottata. Viceversa Comitato di Regata può stabilire che il cambiamento era imprevedibile e, in quanto tale, ha favorito in maniera assolutamente fortuita una parte dei concorrenti; in tal caso il Comitato di Regata può decidere di convalidare la prova assegnando l'ordine di arrivo all'ultima boa considerata regolare (in genere quando sono stati completati almeno 3 lati del percorso previsto), oppure può decidere di annullare del tutto la prova.
Uno dei percorsi più diffusi è il quadrilatero olimpico, così chiamato perché tipico delle competizioni veliche organizzate durante i giohi olimpici. Il triangolo olimpico è caratterizzato da un primo tratto (detto lato) di bolina (andatura quasi controvento), due successivi tratti al lasco (con vento quasi di poppa) sugli altri due lati del triangolo, quindi un nuovo tratto di bolina seguito da un tratto in poppa piena, e finalmente di nuovo controvento.
I percorsi delle "regate costiere" vengono spesso descritti alfanumericamente, adottando un sistema convenzionale abbastanza diffuso che assegna alla boa di partenza la lettera P, a quella di arrivo la lettera A, alla prima boa (tipicamente la boa di bolina) il numero uno e alle altre boe del percorso i numeri a seguire. Secondo tale convenzione il triangolo olimpico viene definito nel modo seguente: P-1-2-3-1-3-4-A -- in tutto, sei lati.
Nel corso degli anni sono stati sviluppati percorsi di vario genere, rispondenti a varie necessità o caratteristiche delle barche a vela coinvolte nelle diverse competizioni. Si va così da percorsi molto semplici, come quello detto "a bastone" che si svolge lungo due sole boe con un lato di bolina e uno di poppa, a percorsi molto complessi, come quello che venne adottato nella edizione della Coppa America del 1992 in cui le imbarcazioni seguivano un mix tra un percorso a S ed un bastone con arrivo in poppa.
Le regole fondamentali
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Lo sport della vela si svolge soprattutto in regate, competizioni fra barche a vela in cui generalmente vince l' imbarcazione che riesce a percorrere il percorso di regata in minor tempo.
Nelle competizioni veliche è consentito sfruttare soltanto le capacità marinare dell'imbarcazione e la forza propulsiva del vento per navigare. Questo significa che qualsiasi altro sistema di propulsione è vietato, incluso l'effettuare certi movimenti del corpo che potrebbero aumentare la velocità dell'imbarcazione.
La procedura di partenza prevede un conto alla rovescia preceduto da alcuni segnali sonori (sirene o corni di nebbia) e visivi (bandiere o segnali luminosi nel caso di notturne) che indicano ai concorrenti (regatanti) quanto tempo manca alla partenza. I concorrenti dovranno quindi tagliare la linea di partenza predisposta dagli organizzatori dopo il via. Se un concorrente taglia la linea prima del via dovrà effettuare una nuova partenza ritornando nella zona che precede la linea, passando esternamente alle boe, pena la sua squalifica. Può talvolta capitare che, qualora molti concorrenti partano in anticipo e i giudici non siano in grado di identificarli tutti, si ripeta l'intera procedura di partenza.
Durante la regate, le regole stabiliscono dettagliatamente chi ha il diritto di rotte sugli altri e come i concorrenti devono rispondere a chi ha la precedenza. Al termine della regata, chi ritiene di essere stato penalizzato da un altro concorrente che ha violato delle regole, presenta un ricorso al giudice di regata che, sentite tutte le parti interessate e ricevute un certo numero di segnalazioni, può decidere di squalificare o penalizzare chi ha violato le regole.
È impossibile ricondurre l'enorme varietà di competizioni veliche che si tengono nelle acque di tutto il mondo a categorie prefissate. Tuttavia, volendo generalizzare, si possono distinguere due grandi tipologie di regate: le regate costiere e le regate d'altura.
Quando si parla di sport della vela ci si riferisce usualmente alla pratica sportiva della navigazione a vela, benché la propulsione a vela accomuni molti sport, anche molto differenti fra loro (quali ad es.: il volo a vela, l'aquilonismo, lo snow-kite, etc.).
Lo sport della vela si distingue dagli altri sport velici perché richiede l'uso di imbarcazioni (che possono essere di dimensioni estremamente ridotte, come nel caso delle tavole a vela, o estremamente grandi, come nel caso delle competizioni fra maxi-yachts, e composte da uno o più scafi). Tali imbarcazioni devono ricevere la loro propulsione esclusivamente da una o più vele, e devono essere manovrate manualmente da equipaggi composti da una o più persone.
La storia
La navigazione a vela risale agli albori della civiltà umana, e già lo storico greco Pausianas narra di una competizione velica, contornata da musica e gare di nuoto, organizzata nel II secolo a.c. in onore di Dionysus Melanaigidos, presso il Tempio di Afrodite ad Ermioni.
La storia della moderna vela sportiva, tuttavia, affonda le sue radici nella lotta contro la pirateria marina. Nel corso del Secolo XVII le rotte delle Indie Orientali, dell'Africa e delle Americhe erano infestate di pirati. Fra le principali prede delle scorrerie piratesche erano i navigli olandesi, che spostavano merci di valore fra l'Olanda.
Per rispondere a tali minacce gli Olandesi svilupparono dei velieri veloci ed agili chiamati "Jachtschip" (dall'olandese "jacht", che significa cercare, cacciare, perseguire) i quali avevano il compito di inseguire e catturare i vascelli pirata. Risultando estremamente divertenti da condurre, queste agili imbarcazioni furono largamente usate anche a fini sportivi.
Solo a metà del Secolo XVII, il re Carlo II, nel corso del suo esilio in Olanda, scoprì gli jachtschip e, quando fu restaurato al trono, ne portò con sé un esemplare in Inghilterra, favorendo così la diffusione dello sport della vela in tutto l'Impero Britannico.
Carlo II(detto "the Merrie Monarch") era così appassionato di vela che contribuì a disegnare il suo yacht personale, lo "Jamie", di 25 tonnellate di stazza, che venne completato nel 1662 a Lamberth. Lo stesso anno, il re condusse personalmente alla vittoria lo Jamie contro uno jacht olandese di proprietà del Duca di York, in un percorso che andava da Greenwich a Gravesend e ritorno. Si trattava della prima regata fra yacht condotti da timonieri non professionisti.
Nel frattempo la parola di origine olandese "jacht" veniva anglicizzata nel termine "yacht" oggi largamente diffuso per indicare le imbarcazione a vela.
La prima competizione velica di flotta dell'era moderna fu la Cumberland Regatta", inaugurata nel 1715, che si tiene ancora oggi. La prima competizione internazionale fu, nel 1851, a famosa Coppa delle Cento Ghinee, più nota come Coppa America.
Il primo club velico, il Water Club of the Cork Harbour, fu fondato all'insegna dell'esclusività, in Irlanda, nel 1720. Almeno inizialmente tuttavia i suoi membri non si dedicavano ad attività competitive, ma effettuavano manovre navali obbedendo agli ordini di un ammiraglio, trasmesse con le segnalazioni di uno sbandieratore, come una flotta militare. Nel 1812 fu fondato il Royal Yacht Squadron, che contava circa cinquanta imbarcazioni di stanza a Cowes.
Gli yacht del tempo erano costruiti con materiali pesanti, come i cutter oceanici, con prua di legnami massicci e poppe leggere. Si scoprì presto, tuttavia, che le chiglie e le strutture portanti erano inutilmente resistenti, e si cominciò a costruire imbarcazioni da regata molto più leggere. Inoltre si capì che l' armo a cutter ad albero singolo (in Italia noto come armo Marconi) era più flessibile e adatto alle varie condizioni meteorologiche rispetto agli armi dei brigantini e degli schooner dell'epoca. Infine, poiché non era ancora stato introdotto il concetto del compenso, o handicap, e le imbarcazioni competevano in tempo reale, si tendeva a costruire yacht di generose dimensioni, per renderli più veloci.
Fino al 1870, le competizioni veliche furono organizzate seguendo regole stabilite liberamente da ciascuno yacht club, ed ogni club era libero di modificare, interpretare e applicare le regole a piacimento, ingenerando spesso confusione, incomprensioni e frustrazioni nei concorrenti. Nel giugno 1868 il Royal Victoria Yacht Club convocò il primo Congresso velistico, o Yachting Congress, che vide la partecipazione di 23 rappresentanti di 14 club. Il Congresso si proponeva di sviluppare un nucleo condiviso di regole comuni, che venne effettivamente proposto l'anno seguente. Tuttavia, a causa delle aspre critiche ricevute, tale regolamento non venne mai adottato.
La decade 1870-1880 venne in ogni caso considerata come la prima "età felice" per la vela sportiva, sia per il numero di nuove imbarcazioni costruite e la raffinatezza delle soluzioni tecniche adottate, sia per l'incredibile numero di competizioni che si svolsero in quegli anni. Basti pensare che nel solo 1876 si svolsero 400 competizioni (a confronto delle 63 che si erano tenute nel 1856).
Nel 1875 tre clubs (il Royal Thames Yacht Club, il Royal Yacht Squadron, ed il New Thames Yacht Club) si associarono per fondare la prima Associazione per le Competizioni Veliche, o Yacht Racing Association (o YRA), che sviluppò regole comuni applicabili alle acque territoriali britanniche.
Si cominciava a delineare in quel periodo, nel mondo della vela, una scissione fra i proprietari di grossi yacht ed il mondo delle piccole imbarcazioni a vela, o "derive". Nonostante, nel 1888, la YRA avesse aperto l'associazione ai proprietari di sailing boats, la Sailing Boat Association e la connessa Boat Racing Association non aderirono alla YRA fino al 1921.
Lo sport velico acquisì nel frattempo status di sport olimpico, venendo introdotto ai Giochi di Parigi del 1900, cui parteciparono concorrenti raggruppati in tre classi veliche.
Tuttavia la confusione fra i diversi standard di misura adottati nel Regno Unito, nei paesi europei, ed in Nord America continuava a minare la possibilità di svolgere competizioni fra yacht di differente nazionalità. Per risolvere tale inconveniente venne convocata, nel 1906 a Londra, la Conferenza Internazionale sulla Misurazione delle Imbarcazioni Veliche, o International Conference on Yacht Measurement (vedi anche Il sistema a compensi).
Il risultato più importante della conferenza del 1906 fu di porre le basi per l'istituzione, avvenuta a Parigi nel 1907, della Unione Internazionale per le Competizioni fra Yacht, o International Yacht Racing Union, e l'adozione di un Regolamento Internazionale di Regata basato su quello stabilito dalla Yacht Racing Association. Aderirono inizialmente alla nuova Federazione le associazioni nazionali di: Austria-Ungheria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Belgio, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia e Svizzera.
L' International Yacht Racing Union rimase quindi la massima autorità internazionale per l'organizzazione e la regolamentazione di competizioni veliche internazionali fino all'agosto1996. Ravvisando la necessità di far sì che la vela sportiva non sia percepita come un ricco sport elitario, il nome venne mutato in Federazione Internazionale della Vela, o International Sailing Federation (abbreviata in ISAF).
L'ISAF conta oggi 115 paesi membri, ed è riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale a rappresentare, a livello olimpico, lo sport della vela.
giovedì 17 luglio 2008
Scuffia: capovolgimento di una imbarcazione
La proprietà che si oppone allo sbandamento e non permette alla barca a vela di scuffiare durante la navigazione è la stabilita di galleggiamento.
Per sbandamento si intende l'angolo con cui la barca è inclinata rispetto al piano perpendicolare a quello di navigazione, ovviamente uno sbandamento di 180° implica il ribaltamento dell'imbarcazione.
Per evitare il ribaltamento dell'imbarcazione, si possono generare forze di due tipi che si oppongono alla forza di ribaltamento:
1) aumentare la parte immersa del natante nel movimento di sbandata
2) generare un contrappeso (zavorra) sul lato opposto a quello della sbandata
Il contrappeso può essere di tipo umano (equipaggio) o strutturale, cioè ponendo un peso elevato sul punto più immerso della chiglia, il quale si dice bulbo.
Nel primo caso, cioè aumentando la parte immersa dell'imbarcazione ,si sfrutta il principio di Archimede o galleggiamento, nell'altro la forza di gravità. Per aumentare la coppia di raddrizzamento alcune imbarcazioni usano riempire con acqua dei serbatoi (Ballast.) sui lati sopra vento.
Galleggiamento
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In effetti, a tale domande rispose circa nel III a.c un matematico e fisico greco di nome Archimede.
"..... un corpo immerso in un liquido riceve da quest'ultimo una spinta verso l'alto, pari al peso di liquido spostato dal corpo".
Proviamo ad immergere completamente un cubo di un decimetro per lato in acqua. Esso sposterà un decimetro cubo del liquido, quindi riceverà dal liquido una spinta verso l'alto di circa un chilogrammo, visto che l'acqua pesa appunto 1 kg su dm cubo.
A questo punto se il cubo peserà meno di un chilogrammo riemergerà fino a lasciare immersa una parte pari al peso di liquido spostato. Altrimenti affonderà in quanto la forza di sprofondamento dovuta al peso sarà superiore alla spinta della forza di Archimede.
Cazza quella randa
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Anche Benedetto, Mario, Paolo e Vincenzo oramai fanno parte di questa fantastica comunità.
Premetto, il progetto è ancora allo stato embrionale, ma ci impegneremo per cercare di renderlo quanto più possibile un lavoro piacevole e utile.
L'idea è semplice, sfruttare lo sport per capire la fisica e quindi la matematica, bestia nera di tutti gli studenti e non solo.
DESTINATARI:Il progetto è rivolto a tutti gli studenti della scuola secondaria inferiore e superiore che vogliono imparare(MA SOPRATTUTTO CAPIRE) la fisica e la matematica in maniera divertente.
OBIETTIVI:Partendo da semplici uscite in barca a vela si vogliono stimolare gli studenti a porsi domande e a capire l'UTILITA' della matematica e della fisica(ad esempio perchè le barche a vela riescono ad avanzare controvento?).Inoltre il corso mira a creare spirito di gruppo e a far sviluppare attitudine al Problem solving caratteristiche peculiari allo sport della vela.
MODALITA' E DURATA: Il progetto si articola in uscite didattiche in barca a vela svolte al di fuori degli orari di lezione(le domeniche) e si svolgerà da marzo a maggio.
Nel prossimo post Mario,il nostro prof di educazione fisica vi illustrerà le regole e le nozioni di base di questo sport.